Ventinove chili per cavallo come rapporto peso/potenza. Otto mila 900 chili di massa a terra, distribuiti su un passo di due mila 884 millimetri. Bastano questi tre valori per comprendere l’importanza strategica che riveste per New Holland il nuovo “T7.300” in uno scenario agricolo europeo orientato verso cicli produttivi di stampo industriale che quindi richiedono macchine sempre più prestazionali, senza tuttavia poter contare sulle ampie distese che sono a disposizione delle realtà imprenditoriali statunitensi.
Maneggevolezza e manovrabilità: il valore aggiunto del nuovo modello New Holland
In un contesto caratterizzato da contenute superfici medie lavorabili come quelle del Vecchio Continente, le doti di maneggevolezza e di manovrabilità rappresentano in effetti per i trattori da 300 cavalli di potenza un valore aggiunto in termini di efficienza operativa che nella pratica si traduce nella possibilità di velocizzare i cicli colturali più intensivi e di ridurne i costi senza che ciò vada a incidere negativamente sulla qualità del lavoro svolto. Proprio i paradigmi progettuali da cui sono partiti i tecnici New Holland al momento di sviluppare il nuovo modello top di gamma della serie “T7” a passo lungo, una macchina che di fatto si propone quale ideale connubio tra efficienza operativa ed efficacia di gestione grazie anche all’integrazione della soluzione “Precision Land Management”, una piattaforma per l’agricoltura di precisone sviluppata internamente da New Holland volta ad offrire una connettività a 360 gradi, tra mezzi, operatori e servizi di assistenza, in grado di ottimizzare la velocità e la qualità delle applicazioni cui le macchine sono quotidianamente chiamate a rispondere. Grazie a ciò, le macchine sono anche in grado di adattare le proprie risposte funzionali alle lavorazioni svolte per bilanciare al meglio prestazioni e consumi, obiettivo cui guardano anche motorizzazioni Fpt Industrial serie “Nef” a sei cilindri da sei litri e 700 di cubatura in grado di erogare una potenza massima nell’ordine dei 280 cavalli, elevabile a 300 cavalli durante le applicazioni alla presa di forza e i traini su strada attraverso il sistema “Engine Power Management”.
Maggior reattività ai bassi regimi
Emissionati stage V attraverso la tecnologia “Hi-eScr” che delega al solo sistema di post trattamento dei gas di scarico mediante iniezioni di urea il compito di abbattere gli inquinanti, senza ricorrere a gruppi ausiliari di altro genere, i motori vantano alimentazioni common rail ad alta pressione, distribuzioni a quattro valvole per cilindro e turbocompressori singoli a geometria variabile, gruppi in grado di assicurare sia una risposta all’acceleratore più rapida rispetto alle doppie sovralimentazioni sia un’ottimizzazione del rendimento termodinamico delle unità ai bassi regimi. I motori sono inoltre compatti e poco ingombranti alla luce delle prestazioni, cosa che permette di minimizzare i cofani a favore della visibilità, risultando pure parchi nei consumi, inferiori del dieci per cento circa rispetto alle medie di categoria, in quanto privi di sistemi egr sull’aspirazione.
Concorre a elevare ulteriormente le prestazioni la presenza della trasmissione a variazione continua “Autocommand”, strutturata sulla base di quattro range operativi prettamente meccanici e programmabile dagli operatori in funzione delle diverse necessità applicative, in modo tale da delegare alla sola centralina il compito di mantenere costante la velocità di avanzamento indipendentemente dal carico motore. Grazie a ciò, gli operatori possono così concentrare le loro attenzioni esclusivamente sul controllo delle attrezzature, azionabili attraverso un impianto idraulico a centro chiuso che mette a disposizione fino a 170 litri al minuto per alimentare sei distributori ausiliari, l’innesto di una presa di forza a quattro velocitò di lavoro, 540 e mille giri al minuto in versione standard ed eco, e un sollevatore posteriore da dieci mila 463 chili di portata massima.